domenica 22 giugno 2008

L'isola dei Loti

il vortice colorato e frenetico della citta' lo aveva spinto violentemente su di un'isola lontana 1400 chilometri dalle colonne d'ercole. La gente sembrava cosi' felice in quel luogo, nessuno sembrava essere cittadino del mondo reale e nessuno sembrava volervi far ritorno. In mezzo a quella distesa di sabbia, un deserto senza alberi ne' piante sorgeva un paesino, che tutto poteva sembrare meno che deserto, desertico o tipico del deserto. La gente, intontita dalle tante vetrine, dalle creme solari e la sera da sidri vari, si muoveva lentamente con un blando sorriso per quelle strade, cosi' finte. L'esule non si dava per vinto pero', e tenendosi qualche volta a debita distanza da quel cosi' scrauso inganno al quale tutti quanti si abbandonavano senza redini. Era tempo pero' di mettere da parte legna, chiodi e tutto l'occorrente per riparare la sua nave e ricominciare il viaggio.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

occhio a poseidone, credo che accecargli il figlio non sia stata una mossa geniale...


j.c14\gamberone

Anonimo ha detto...

Il viaggio non deve per forza continuare su quella nave; se ne può trovare un'altra o anche un altro modo di viaggiare (che tra l'altro le navi t'hanno belle inculato...). Comunque Poseidone ha detto che sta tranquillo perché sennò sa che gni stacco la caveza!

Aloa