venerdì 15 agosto 2008

Profumi e richiami di terre lontane, come canto di sirena impossibili a ignorare

Guardare l'oceano gli portava sempre tanti sogni e pensieri, e assaporando il profumo del vento, si recava al tanto sospirato travaglio, nella speranza di mettere da parte piu' materiale possibile. La sua barca, rotta veniva spolverata ogni giorno dalle sue mani trasudanti attesa. Alcuni come lui, che tempo prima avevano fatto approdo su quel deserto in mezzo al mare lo sostenevano, lo consigliavano, si facevano sostenere e si lasciavano consigliare. Viaggiatori che avevano trovato nell'isola piu' che un porto e sentivano piacere all'idea di rimanervi ancora. Buona gente, che pero' a volte pareva non capire l'ansia dell'esule, come bloccato in una terra che era specchio di tutto quello che non era. Pero' facevano spesso festa tutti insieme, e rimandavano all'indomani i pensieri fuggiaschi del mancato marinaio, ora attento e meticoloso collezionista di chiodi. L'orizzonte celava l'infinito e di conseguenza un'infinita voglia di sfiorarlo.