domenica 22 giugno 2008

L'isola dei Loti

il vortice colorato e frenetico della citta' lo aveva spinto violentemente su di un'isola lontana 1400 chilometri dalle colonne d'ercole. La gente sembrava cosi' felice in quel luogo, nessuno sembrava essere cittadino del mondo reale e nessuno sembrava volervi far ritorno. In mezzo a quella distesa di sabbia, un deserto senza alberi ne' piante sorgeva un paesino, che tutto poteva sembrare meno che deserto, desertico o tipico del deserto. La gente, intontita dalle tante vetrine, dalle creme solari e la sera da sidri vari, si muoveva lentamente con un blando sorriso per quelle strade, cosi' finte. L'esule non si dava per vinto pero', e tenendosi qualche volta a debita distanza da quel cosi' scrauso inganno al quale tutti quanti si abbandonavano senza redini. Era tempo pero' di mettere da parte legna, chiodi e tutto l'occorrente per riparare la sua nave e ricominciare il viaggio.

sabato 7 giugno 2008

La prima spiaggia

Dopo un lungo girovagare di giorni e giorni l'esule arrivo' in una massa indistinta di persone, case, costruzioni, i quali profumi e cattivi odori sfrecciavano in lungo e in largo tra quella numerosa varieta' di colori. Il povero trampoliere spaesato non sapeva dove girare la testa, ma preso dalla curiosita' si lascio' avvolgere e travolgere da quella dinamica frenetica nube colorata di informe fascino. Tutto pian piano prese una forma distinta. I colori trovarono una loro locazione e gli odori si alternavano e vicendevolmente si presentavano ai suoi sensi. Ma tante domande ancora, e una certa reticenza ad abbandonare quel suo adorato mondo di pensieri, idee, sogni, mmagini. Si preparava a fare i conti con quel suo muro piu' arduo..Crescere.

martedì 3 giugno 2008

Capitolo 1:"Fatti non foste a viver come bruti"

..Conoscevo una ragazza..Era esuberante, energica, sempre allegra e frizzante, una di quelle che picchietta il piede quando è ferma, perchè non sopporta le attese..Si chiamava Bezzy Partenza. Tempo dopo conobbi uno strano tipo, un po' malinconico, con lo sguardo assente, ma con un saccente sorriso di chi ha visto, di chi ha qualcosa da ricordare..Si chiamava Joy Ritorno. Poco tempo dopo venni a sapere che si erano incontrati, conosciuti e innamorati. Lui era rimasto folgorato dalla dolcezza della sua impazienza, dal calore del suo sorriso, da quella felicità che avrebbe trasmesso anche a cento giorni di diluvio. Lei si perse nella profondità dei suoi occhi scuri, del colore della terra, quella terra che più e più volte aveva calpestato e che la si poteva trovare ancora sotto le sue scarpe, dalla sua voce così intensa e rassicurante, che la faceva sentire tra le coperte del letto anche in mezzo alla strada. Si sposarono e poco dopo ebbero un bel figlio, forte, che scalciava come la madre e ascoltava la musica guardando il cielo come il padre. Lo avevano battezzato Julius Viaggio. Crebbe sano, intelligente, esuberante e romantico, suonava la chitarra, e le ragazze lo guardavano come si guarda una di quelle comete che passano una volta ogni 462 anni. I ragazzi invece, pur considerandolo un difficilissimo concorrente sul fronte ragazze, lo stimavano e chiedevano spesso consiglio, lo esortavano a raccontare le sue storie, la sera davanti al falò e si lasciavano avvolgere dalla sua esuberanza ogni sera, quando tutto sembrava piatto e non c'era niente da fare e lui trovava sempre il momento giusto, in quel silenzio d'indecisione per gridare "ANDIAMO"..e quando gli chiedevano "DOVE?", si limitava a rispondere:"...là..". Sono contento perchè finalmente, dopo tanto tempo li rivedrò..Credo siano a Barcellona...o da qualche parte, in Spagna o in Portogallo...O forse ancora altrove.
A presto a tutti. Un abbraccio. Mote sfm